Sereno Angelo Trapelli
26 giugno alle ore 17:24
classe 1945
La mia storia è un po’ particolare, nato a Manerbio provincia di Brescia cresciuto fino ai 6/7 anni poi mandato in un collegio fino all’età di 11 anni; trasferito a Napoli, dove sono cresciuto e all’età di 23 anni, mi sono sposato. Mia moglie ha a avuto 3 figli, nel frattempo ho lavorato come custode di uno stabile “condominio” nella zona del Vomero (NA). Purtroppo incominciai a faticare a salire le scale, mi mancava sempre di più il respiro. mi feci visitare dal medico di famiglia, e mi disse: “Angelo, ti stai facendo vecchio!”,ma se invece mi avesse fatto fare una radiografia forse si poteva scoprire in tempo cosa realmente mi stava succedendo. Io durante il giorno fumavo 2 pacchetti di sigarette, al chiuso in una guardiola .Nel 1987 decisi di lasciare tutto e di tornare nella mia città natale, anche perché ero vicino alla pensione, e nel frattempo aumentava la delinquenza e non esisteva futuro per la mia famiglia, ma venendo a Brescia mi misi a lavorare nella mia nuova casa.
Facendo un po’ di lavori mi venne il fiatone sempre di più , e fui ricoverato in “Pneumologia” all’ospedale di Desenzano del Garda, lì incominciai il mio calvario perché iniziarono a dirmi che avevo un “enfisema polmonare” che io non sapevo nemmeno cos’era. Mi fecero le analisi del sangue ad un dito mi dissero che ero un portatore di deficit Alfa1 Antitripsina un’altra cosa che non conoscevo. Ma nel frattempo la situazione si faceva
Grazie all’equipe del Dott. Vincenzo Luigi e la Dott.sa Melchiorre, che mi tenevano in cura, mi misero in lista per un trapianto “bi-polmonare” in data (22/01/1996). Passava il tempo ed incominciavo a perdere peso, ero come uno scheletro che camminava, mi guardavo allo specchio e mi chiedevo chi ero. Pesavo 47 kg anche perché non potevo mangiare tanto per non affaticare il respiro e la contrazione del diaframma.Non racconto dì più ci vorrebbe un libro per scrivere tutto. Un bel giorno del 18 Gennaio 1998 mi chiamarono al telefono e mi dissero che c’erano gli organi per me. In quel momento non capì più niente, l’ambulanza che mi aspettava fuori casa con la polizia stradale… e così in meno di mezz’ora mi trovai al San Matteo di Pavia. Io nel frattempo non avevo paura, perché pensai a come ero ridotto, e mi dicevo fate quello che volete, ormai 52 anni li ho vissuti. Mi misero la mascherina per addormentarmi e iniziai a fare dei sogni, correvo nei campi con i miei nipotini (oggi lo faccio normalmente e non è più un sogno).
L’intervento è durato 7 lunghissime ore e che dire alla fine dell’intervento mi sono svegliato che mi toglievo la mascherina dell’ossigeno perché mi dava un forte fastidio, notavo che io respiravo a pieni polmoni e non mi sembrava vero. Quest’anno il 18 Gennaio 2016 faranno 18 anni che sono completamente rinato.
Conservo sempre un enorme riconoscimento per la famiglia Oneda Mario per il consenso della donazione di organi del loro unico figlio di 16 anni Gherardo Oneda scomparso a causa di un incidente.
Questo semplice gesto mi ha fatto rivivere e grazie a quella famiglia oggi posso respirare.
Questo è per i futuri trapiantati che sono in attesa di una nuova vita.