Venerdì sera 9 ottobre a Boves, in provincia di Cuneo, città stoica e memoria della Resistenza, si è svolto un riuscitissimo convegno sulla tematica del trapianto e della donazione degli organi. Hanno partecipato medici, chirurghi, trapiantati d’organo, con il patrocinio della Croce Rossa Italiana e con la presenza dell’AIDO e dell’ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo).
E fin qui sarebbe cronaca.
Ma l’anima, in senso letterale, ciò che ha reso efficace, magica, commovente e più che mai viva la serata e la partecipazione fino alla fine del folto pubblico che gremiva l’auditorium Borelli, è stata la presenza che aleggiava sullo sfondo di una ragazza di nome Alessandra Dutto.AIDO Boves-2
Alessandra era nata e aveva vissuto proprio a Boves, portandosi dietro con coraggio e senza arrendersi mai il fardello di una malattia congenita, la Fibrosi Cistica, tra le più ingiuste ed infide malattie genetiche infantili, oltre che la più diffusa.
Poi aveva ricevuto il suo Dono, il Trapianto dei polmoni, che le aveva permesso nell’agosto del 2011 di rinascere ad una vita piena e sconosciuta fino ad allora, con tanti respiri profondi e sogni realizzati, come quello del viaggio a Parigi compiuto con i genitori.
Purtroppo la sua nuova vita è stata spezzata nel giugno del 2014, a quasi tre anni dal trapianto, da una serie di complicazioni cliniche a seguito di una grave infezione. Cose che possono capitare nel percorso affascinante, vertiginoso ma anche pieno di insidie del post trapianto polmonare.AIDO Boves-6
A Ivo e Monica Dutto, i genitori di Alessandra, molto conosciuti nel paese, si deve la volontà e l’impegno di aver voluto organizzare il convegno, nel solco delle opere di volontariato che svolgono già in vari ambiti.

Una presenza che ha dato forza e sentimento alla partecipazione dei cittadini e delle autorità intervenuti, insieme all’efficacia degli argomenti che due grandi professionisti di rianimazione e sala operatoria hanno posto con linguaggio semplice, a volte persino crudo, tono conviviale e contenuti fuori dai soliti schemi.
Mi riferisco al Dott. Antonio Cavallo, uno dei chirurghi storici dell’equipe che ha eseguito trapianti di polmoni all’Ospedale Molinette di Torino fin dal lontano e pioneristico per l’Italia 1993; ed alla dottoressa Elisabetta Brizio, rianimatrice presso l’ospedale di Savigliano e con esperienza alle Molinette presso il reparto d’eccellenza nei trapianti di fegato del Prof. Salizzoni.
Ora il dott. Cavallo è Primario di Chirurgia Toracica a Cuneo e non esegue più espianti e trapianti di polmoni. Ma quando parla della sua grande ed affascinante esperienza lo fa con un trasporto, un senso dell’umanità e con note di sapore agrodolce, che denotano la sua grande nostalgia.
La dottoressa Brizio ha parlato dell’oscuro, duro e a volte triste ma essenziale lavoro in terapia intensiva e rianimazione. Dove si cerca ogni giorno di tenere in vita essere umani allo stremo delle condizioni vitali; e dove spesso si deve constatare la morte. E’ a quel punto che subentra la corsa ed il gravoso compito di salvare gli organi che possono ridare una vita ad altre personAIDO Boves-10e.AIDO Boves-11
La dottoressa spiega tutti i passaggi (lotta per la vita- constatazione morte- proposta di donazione degli organi ai parenti), ma soprattutto lo scrupolo con la quale viene accertata la morte cerebrale del paziente, con sei ore di osservazione e varie prove diagnostiche ed empiriche davanti ad un’equipe di minimo tre specialisti. (come è previsto dalla legge).
Il pubblico ascolta e alla fine molti sottoscrivono l’adesione all’AIDO, forse proprio per queste spiegazioni concrete e convincenti da parte di chi combatte ogni giorno per salvare vite umane.
E poi ci sono le testimonianze di vita di tre trapiantati, di midollo osseo, di polmoni (il sottoscritto) e di fegato che con trasporto e commozione raccontano la loro esperienza di rinascita, di lavoro, di sport, di vita. E, non ultima, la devozione per il loro donatore e quelle famiglie che hanno compiuto un gesto così nobile e straordinario.
A concludere il Presidente Provinciale dell’AIDO, Gianfranco Vergnano, snocciola i dati dell’impegno nazionale e locale dell’organizzazione che diffonde la cultura e l’adesione alla Donazione degli Organi. Con i buoni e lusinghieri risultati, ma anche tanta strada ancora da compiere per arrivare a sensibilizzare tutta la popolazione ed anche la politica, ad approvare leggi risolutive che possano semplificare la strada verso la donazione.
Grazie a Ivo e Monica per la magnifica ed encomiabile iniziativa, per la perfetta organizzazione e per la grande ospitalità ed amicizia.
Grazie alla comunità di Boves ed al suo Sindaco Maurizio Paoletti per la calorosa e sentita presenza e partecipazione

Claudio Basso

Fotografie di Maicol Devia

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