Volevo buttare giù due righe su un argomento che non affronto mai, lo trovo sempre così fuori luogo in questo contesto, ma qui si tratta di scrivere in memoria di una persona straordinaria e non posso tirarmi indietro.
Siamo piccoli ed insignificanti, basta un niente per perdere in questa sadica partita a scacchi con la morte, che tanto la perdi prima o poi, ma comunque bisogna cercare di farla durare il più a lungo possibile con scelte intelligenti.
La partita a scacchi di T. è stata particolarmente difficile, le ultime mosse fatali, ma coraggiose ed è proprio per questo bisogna sapere.
T. era una donna e una mamma, con molta più voglia di vivere di me e di tutti voi messi assieme e sapete il perché? Perché ha guardato in faccia la sua avversaria tutti i santi giorni per anni rimanendo comunque aggrappata all’idea che prima o poi sarebbe riuscita a farla star buona per un bel po’ con un colpo di scena essendo fermamente convinta che (Parafrasando un suo pensiero) “vivere a metà non è vivere”.
Un giorno poi, non molto tempo fa ha ricevuto una telefonata che aspettava da molto tempo, così nell’oscurità della notte è partita per “giocare una grande mossa” che avrebbe potuto mettere K.O. la sua avversaria per tanti anni, ma la reazione era un incognita da non sottovalutare, ed è proprio qui che entra in gioco il coraggio.
T. sapeva che la percentuale di riuscita era piccola piccola, ma ha tentato comunque (anestetizzata in una sala operatoria asettica si è fatta trapiantare i polmoni, non “IL”, ma “I” signori miei) e scusatemi, ma non trovo niente di più coraggioso di questo. Sapere di poter perdere “la vita a metà” nel disperato tentativo di riviverla a pieno. Un battito di ciglia per dire addio a tutto quello che con tempo e fatica si è costruito, tutto quello che si ha di più caro, i piccoli gesti quotidiani, l’affetto e l’amore dei partenti più stretti, amici, ma sopratutto… Il sorriso dei figli.
T. non ce l’ha fatta, con la notte è partita e la notte l’ha portata via, ma per me resta una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto.
Voi che leggete queste righe invece, vi chiedo di donare, che tanto dopo la morte il cuore non ci batte, gli occhi non vedono e di certo non respiriamo.. La ricerca continuerà a fare progressi e un trapianto di polmoni diventerà un operazione semplice forse.. Magari un giorno un’altra donna coraggiosa come T. ricomincerà a vivere a pieno vincendo una partita a scacchi.
Nadia Potenza
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